Incontro Otzi nel limbo di una paralisi notturna. Mi si presenta in camera da letto nella semi oscurità e sono costretta a fissarlo perché sono rigida e atrofizzata come uno spastico: barbuto, a petto nudo, con i pantaloni di pellaccia stracciati sul culo. Mi gelo d’orrore ma tento un approccio spavaldo: e chi cazzo sei scusa? Ovviamente non posso parlare, ma tanto fa uguale perché, in stato allucinatorio,
funziona a casaccio.

E quello risponde: sono

Otzi l’uomo del Similaun.

OERRE: CHIIII?!
OTZI: un tirolese del 3300
OERRE: a. E infatti mi parevi poco aggiornato in fatto d’outfit
OTZI: attenta cara: nessuno avrebbe scommesso sulla paleodieta eppure…

 

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